ossido nitrico nasale

 

Negli ultimi anni è risultato evidente che l’aria esalata a livello nasale contiene concentrazioni di NO decisamente  elevate e i seni paranasali sono stati identificati come  fonte principale della molecola nei soggetti normali, suggerendo l’ipotesi che le cNOS nell’epitelio dei seni paranasali ed, in misura minore, nell’epitelio nasale, contribuiscano grandemente alla formazione di NO. A livello nasale NO  sembra avere diversi ruoli fisiologici a livello della mucosa naso-sinusale essendo implicato nei meccanismi di difesa antibatterici e modulando la frequenza del battito ciliare dell’epitelio respiratorio.

Così come l’Ossido Nitrico esalato è un eccellente marker dell’infiammazione bronchiale, l’Ossido Nitrico nasale (nNO) costituisce un buon marker dell’infiammazione eosinofila nasosinusale, dal momento che il suo dosaggio appare particolarmente elevato nella rinite allergica e nella rinite non allergica con eosinofilia (NARES), soprattutto nelle forme non caratterizzate da ostruzione importante (dove invece i valori si riducono sensibilmente). In un recente  lavoro condotto in bambini con rinite allergica, Wang e colleghi hanno dimostrato  come la concentrazione di ossido nitrico a livello nasale correli con la severità della malattia e con la qualità di vita del paziente affetto da rinite allergica. Non sorprendentemente, una riduzione dei valori di NO nasale dopo terapia si associa a miglioramento dei sintomi e della qualità di vita.

 Al contrario, l’Ossido Nitrico nasale è diminuito nella rinosinusite, in particolare nella forma cronica iperplastica, spesso associata a poliposi naso sinusale ( la riduzione dei valori è un segno di ridotta pervietà del complesso osteo-meatale, vedi immagine). Diversi lavori hanno evidenziato una buona correlazione tra i bassi valori di NO nasale e entità della patologia sinusale alla TC del massiccio facciale)

Nella rinosinusite/poliposi nasale, la concentrazione di NO nasale si modifica significativamente con il trattamento anti infiammatorio, e quindi il suo monitoraggio rappresenta un mezzo semplice e non invasivo per valutare nel tempo l’efficacia della terapia e l’eventuale necessità di un approccio chirurgico nei casi non responsivi. .



Misura dell'ossido nitrico nasale



L’esame richiede 30 secondi di respirazione tranquilla con la bocca, con un sensore appoggiato in una narice.
Il paziente  esegue una manovra espiratoria orale forzata contro una resistenza di 10 cmH2O. Queste misure mirano a chiudere il velo palatino per evitare una contaminazione nella misurazione del NO nasale da parte dei valori di NO orofaringeo ma soprattutto bronchiale, molto più bassi. La misurazione dell’Ossido Nitrico nasale può essere effettuata fin dai primi anni di vita (vedi immagine sottostante) ed in età pediatrica i valori risultano  bassi nelle rino-sinusiti (soprattutto associate ad ipertrofia adenoidea), ma particolarmente bassi nelle discinesie ciliari primitive  e nella fibrosi cistica.
 L’NO è infatti prodotto fisiologicamente dalla NO-sintetasi a livello del corpuscolo basale delle ciglia dell’epitelio respiratorio e svolge un ruolo importante nella modulazione del battito ciliare. Nella discinesia ciliare primitiva (PCD) i livelli di NO nasale sono tipicamente ridotti (inferiori a 250 ppb, vedi grafico sottostante).

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