Test allergologici

Sulla base dei sintomi descritti dal paziente si praticano test cutanei (prick test) per individuare la sostanza responsabile (denominata allergene) della reazione allergica. Un approfondimento diagnostico in campo allergologico risulta necessario tutte le volte che ci si trovi in presenza di qualsiasi patologia respiratoria, dermatologica o gastrointestinale suggestiva di patologia allergica, soprattutto ( ma ovviamente non solo!) se esiste una storia familiare (parenti di primo grado: genitori e/o fratelli) e/o personale che indirizzi verso tale gruppo di sindromi: lo specialista allergologo rappresenta pertanto l’interlocutore ideale.

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I test allergologici più conosciuti e più frequentemente utilizzati sono i test cutanei (skin prick test), che consistono nell’ applicare una goccia di estratto allergenico sulla cute dell’avambraccio (in prima infanzia anche sul dorso), facendola poi penetrare negli strati superficiali della pelle tramite la punta di una minuscola lancetta sterile.Se il paziente è sensibilizzato nei confronti dell’allergene testato (atopico), dopo circa 10-15 minuti, si avrà una reazione di arrossamento e di gonfiore (ovvero un pomfo) accompagnati da prurito nella sede della puntura. La reazione è dovuta al fatto che, una volta scalfita la cute, l’allergene scende negli strati sottocutanei dove sono presenti le cellule dell’allergia, cioè i mastociti, e le IgE cioè gli anticorpi responsabili delle reazioni allergiche. Se sono presenti IgE specifiche per il determinato allergene testato, i mastociti vengono attivati e degranulano, cioè rilasciano le sostanze responsabili della reazioni allergiche e anche del pomfo che si viene a formare in sede di inoculazione dell’allergene. Va ricordato che, contrariamente a quanto erroneamente spesso affermato, i test cutanei possono essere effettuati fin dai primi mesi di vita, essendo le strutture biologiche necessarie alla risposta (mastociti, recettori, mediatori, IgE specifiche) già presenti dal primi giorni di vita.

Pertanto, come ribadito dalla SIMRI ( Società Italiana Malattie Respiratorie Infantili) e dalla SIAIP ( Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica), i test cutanei sono l’indagine allergologica di primo livello anche nel bambino piccolo e non esiste limite di età per la loro esecuzione. La frase " il bimbo/la bimba è troppo piccolo per fare i test allergologici" è una clamorosa leggenda metropolitana !!!

Il test cutaneo è invece  sconsigliato in gravidanza e va accuratamente valutato nei casi di precedenti reazioni anafilattiche gravi .


i risultati



Ovviamente gli SPT da soli non fanno fare diagnosi di malattia! Essi ci dicono soltanto che il paziente è sensibilizzato a quel determinato allergene (atopico). Per completare l’iter diagnostico e stabilire un corretto nesso di causa-effetto, è fondamentale pertanto un'accurata anamnesi, tesa a stabilire l'eventuale  correlazione tra quadro clinico e la positività agli SPT. Per esempio se un paziente risulta positivo alle graminacee ma ha solo sintomi invernali è evidente che non esiste alcun nesso etiologico tra positività del test e sintomi riferiti.

calendario pollinico 2018

L'anamnesi è altrettanto importante nell’ allergia alimentare: se infatti non sussiste una chiara e recente storia clinica di reazione di tipo immediato, ed il paziente sembra tollerare l'alimento indagato, nonostante la presenza di test  positivi non appare assolutamente giustificato mettere a dieta il paziente . Anche una negatività dei test dà delle utili informazioni, dato che essa ha un elevato valore predittivo negativo (estremamente improbabile una forma IgE-mediata se test negativo). Per le allergie alimentari può essere utile eseguire i test cutanei anche con alcuni alimenti freschi, utilizzando la metodica del prick by prick. 

   



ESAMI EMATOCHIMICI




Sono poche le situazioni che controindicano l’esecuzione dei prick: ricordo l’impossibilità di sospendere farmaci che sopprimono la risposta cutanea (per es. antistaminici, che vanno sospesi almeno 7 giorni prima dei test cutanei!), la presenza di una estesa dermatite o di marcato dermografismo (come spesso accade nell'orticaria). In tal caso appare indicato il ricorso ad esami ematochimici, Il dosaggio delle IgE specifiche è inoltre indicato quando il risultato dei prick test non correla con la storia clinica del paziente

Accertamenti ematochimici sono inoltre assai utili  laddove sia necessaria una più accurata valutazione del profilo molecolare dell'allergene.  La Diagnostica Molecolare: Component Resolved Diagnostic (CRD) nelle allergie respiratorie è un valore aggiunto nella diagnosi allergologica dei pazienti polisensibilizzati, nella scelta della corretta ITS, per valutare il rischio di asma, e per valutare la progressione della marcia allergica.
Nei pazienti polisensibilizzati, che rappresentano oltre il 50% degli allergici, spesso con le manifestazioni cliniche più severe di rinite e asma bronchiale, consente di distinguere la sensibilizzazione verso un allergene “genuino” e specifico per la fonte dalla sensibilizzazione ad un pan allergene quale la profilina contenuta nei pollini e in vari alimenti di origine vegetale, la Polcalcina comune a quasi tutti i pollini e la tropomiosina, allergene minore degli acari presente in crostacei molluschi lumache, nematodi (anisakis). La sensibilizzazione ai pan allergeni spiega la cross reattività tra i pollini e tra inalanti e alimenti. La CRD consente una diagnosi più precisa e una scelta terapeutica più appropriata: una terapia di precisione: precision Allergen Immuno Therapy (AIT).
L’estratto allergenico dovrà contenere l’allergene genuino a cui il paziente è sensibilizzato: studi preliminari dimostrano una maggior efficacia della AIT nei pazienti sensibilizzati all’allergene genuino della fonte e una scarsa efficacia nei sensibilizzati solo ai pan allergeni quali la Polcalcina, la profilina, la tropomiosina.
La CRD evidenzia sensibilizzazioni nei confronti di molecole spesso correlate all’insorgenza di asma, quindi può intercettare i pazienti in cui la patologia potrà evolvere negativamente. Ad esempio alcune molecole dell’Aspergillo quale Asp f 3, Asp f 1, dell’Alternaria quali A t m1, degli epiteli dei gatti e cani quali le lipocaline e le utero globine Fel d1 Can f 5, e delle graminacee quale Phl p 5.
La CRD consente anche di valutare la sensibilizzazione progressiva durante l’evoluzione della marcia allergica e di correlare lo sviluppo di IgE verso le varie componenti molecolari delle graminacee con l’insorgenza dei primi sintomi di rinite e l’evoluzione verso l’asma bronchiale. 

ALLERGIA A CANE E GATTO

 
L'immagine ci mostra quanti siano gli allergeni potenzialmente importanti nell'allergia a cane e gatto….



Altrettanto importante il ruolo della CRD nell'allergia alimentare dove ci troviamo ad interagire con fonti allergeniche caratterizzate dalla presenza di molte molecole (vedi), e dove è fondamentale svelare la presenza di crossreattività ed individuare il rischio "anafilattico" di un alimento  (  vedi CRD nell'allergia all'arachide , anche nella valutazione  del rischio di reazioni avverse).


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